Redemption The Third Era – Si aprono le porte della Redenzione …

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Finalmente ci siamo!!!

Siamo lieti ed emozionati di potervi annunciare che da oggi la beta di Redemption The Third Era è online!
Essendo una Beta abbiamo bisogno di te più che mai, gioca con noi e segnalaci gli eventuali problemi che riscontri in modo da permetterci di sistemarli.
Entra a far parte anche tu dei nostri Tester per ricevere premi e regali particolari.

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Redemption The Third Era – Lingue della Terza Era

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Le varie etnie della Terza Era, ovvero tutte le razze comprese nella specie Homo che popolano il mondo di Redemption The Third Era, hanno un proprio idioma. Molti di questi sistemi linguistici sono influenzati dalla lingua ‘madre’ che era in uso in una determinata area geografica al momento della Catastrofe e che si sono poi evoluti arricchendosi di termini ed espressioni proprie. La capacità di comunicare con gli altri è una delle caratteristiche più spiccate dell’uomo e la comunicazione inter-razza è da sempre una delle sue prime necessità per stringere rapporti e stabilire legami sociali.

Proprio per facilitare gli scambi interpersonali anche fra razze diverse, si è sviluppata con il tempo una Lingua Universale riconosciuta a parlata dalla maggior parte degli individui che hanno fatto dei continui viaggi e commerci uno stile di vita e che viene impiegata nei rapporti che riguardano persone di etnie differenti. La Lingua Universale (genericamente chiamata ‘l’Universale‘) è formata da vocaboli ed espressioni derivanti dalle lingue in uso presso i vari popoli e per questo dinamica ed in costante evoluzione. Rispetto alle lingue attualmente in uso nella Terza Era, l’Universale ha una struttura di base molto semplice (soggetto, verbo e complemento) ed i termini che la compongono sono limitati. Questo lo rende un linguaggio di facile divulgazione e comprensione, ma molto latente in tutto ciò che è descrittivo o poetico. L’utilizzo dell’Universale è relegato al ‘bisogno’ di comunicare ed essere capiti da ‘tutti’ a scapito di tutto ciò che è ‘abbellimento estetico del linguaggio’ ed esula dal fine ultimo. Sebbene l’Universale sia una lingua parlata e scritta, in questo idioma non esistono né romanzi, né poemi, né canzoni perché la povertà di espressione non consente delle composizioni letterarie armoniche. Tutto ciò che è ‘arte linguistica’ viene lasciato alle altre lingue come il Salk (Salkiis) ricco di sostantivi e aggettivi, o il Tamiara (Tamiala) dalla fonetica dolce e di facile riproduzione, fino all’Umano che è l’idioma con il maggior numero di parole della Terza Era e che, rapportato ai giorni nostri è un intreccio di Inglese, Spagnolo e Mandarino. Un’altra lingua considerata ‘elegante’ è il Vampirico che rappresenta anche un’eccezione rispetto agli altri idiomi, infatti, partendo dal linguaggio originale parlato dai Vampiri ha subìto variazioni ‘guidate’ dovute allo studio, da parte di questa razza, dei testi in latino rinvenuti dalla Vecchia Era e considerata per questo una lingua ‘giovane’ e soggetta a continue evoluzioni.
La meccanica e la tecnologia sono al centro della vita dei Damas, questo non poteva che influenzare anche la loro lingua (Damarshan) che, per necessità, comprende una vasta gamma di termini ‘tecnici’ spesso inutilizzati dalle altre razze, ma indispensabili per la vita nella Spaccatura e per ogni tipo di testo scientifico o manuale d’istruzione. Il linguaggio Graunt (Grauntar) è quello di più difficile comprensione e riproduzione per le altre razze in quanto composto da suoni duri e gutturali che lo rendono ostico ad un orecchio poco esperto.

Indipendentemente dalle diversità linguistiche, quella della comunicazione è una priorità che abbraccia tutte le razze e non è insolito infatti che molti riescano se non a parlare, almeno a capire diversi idiomi oltre al proprio. In una discussione è buona abitudine, ed interpretato come segno di rispetto, salutare o ringraziare nella lingua dell’interlocutore, questo spinge anche i più pigri in fatto di istruzione a sforzarsi per imparare le più comuni frasi di convenevoli nel maggior numero possibile di lingue, accortezza che nelle situazioni più estreme può fare la differenza fra una vita ‘normale’ ed una brevissima.

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Redemption The Third Era – Atmosfere della Terza Era – In Coda …

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In Coda …

Evidentemente era l’ora sbagliata per fermarsi a riempire la borraccia ed il termos ad una delle Sale dell’Acqua di Chasm City, ma si era alzato tardi, doveva partire e gli servivano scorte per il viaggio.
Nonostante le fontanelle fossero una dozzina c’era una bella fila di gente a quell’ora e Dustin era in coda da un po’, unico Umano in mezzo ai Damas.
Spostava lo sguardo qua e là soffermandolo adesso sul tizio dall’aria annoiata che giocherellava con il geco arrampicato alla sua spalla, adesso su un capannello di ragazzini che scherzavano chiassosamente poco più in là, adesso sulla splendida Damas che era in attesa con una tanica nella corsia accanto alla sua …
La ragazza alzò gli occhi e per l’ennesima volta lo sorprese a fissarla. Dustin distolse precipitosamente lo sguardo: ‘Dannazione! – imprecò fra se – Smettila di fissarla, coglione!
Lei sorrise, ma lui non se ne accorse.
Disseminate per la capitale Damas c’erano svariate Sale dell’Acqua come quella, o Grotte dell’Acqua come venivano chiamate dagli abitanti del posto, ovvero caverne allestite con erogatori che distribuivano acqua potabile per tutta la popolazione. Le Sale dell’Acqua erano comuni nelle città di tutte le etnie e Dustin, lungo i suoi pellegrinaggi, ne aveva visitate parecchie. Era abituato alle imponenti cisterne che spuntano qua e là nelle città umane per raccogliere acqua piovana da purificare e ridistribuire tramite rubinetti collegati alla cisterna stessa. Le Sale dell’Acqua salk erano fra i luoghi più freschi delle città del deserto, edificate appositamente sotto il livello delle strade per trovarsi perennemente all’ombra e arredate con divani infarciti di morbidi e luccicanti cuscini, tanto da venire usate come veri e propri luoghi di incontro. I Graunt, essendo nomadi, erano gli unici ad avere Sale portatili, grosse cisterne montate su ruote per raccogliere pioggia, purificarla e attingerla poi da vasche di osso levigato. Le Sale tamiara, costruite ai livelli più bassi delle città, quelli più vicini al Sottoforesta, erano formate da tre o quattro pozzi, ognuno munito di tettoia e panchine in legno, che prendevano l’acqua dai ruscelli della foresta e la portavano ai piani superiori tramite un sistema di secchi e carrucole. Le uniche Sale dell’Acqua che non aveva mai visitato erano quelle dei vampiri e non ci teneva a farlo.
Fra i vari sistemi di distribuzione dell’acqua potabile, quello che lo affascinava maggiormente era proprio quello Damas. Lungo la parete semicircolare della caverna, spuntano una fila di fontanelle che erogavano ininterrottamente acqua, senza ausilio di rubinetti od altro. L’acqua inutilizzata spariva all’interno delle grate poste lungo le vasche di raccolta. In una visita precedente aveva chiesto spiegazioni ad un Ingegnere Damas che era in coda con lui e questi si era dimostrato molto contento di potergli spiegare, nei minimi dettagli, il mistero dell’acqua infinita. Dustin aveva compreso si e no la metà dei termini tecnici usati dall’Ingegnere, ma almeno si era fatto un’idea sulla dinamica del fenomeno. Attraverso pompe idrauliche, l’acqua viene risucchiata da uno dei tanti laghi sotterranei della Spaccatura. Fatta passare all’interno di grossi tubi in metallo, raggiunge una ‘fornace’ all’interno della quale viene filtrata dalle pochissime impurità, poi incanalata in un sistema di spirali di raffreddamento e da qui spinta verso le fontane. Quella che non viene utilizzata, dalla grata scende fino ad un bacino di raccolta sotterraneo e da qui indirizzata al laboratorio o all’officina più vicina per essere impiegata per altri processi di lavorazione.
“Ragazzo mio, non hai idea di quante cose si possano fare con un po’ di vapore!” aveva concluso l’Ingegnere con una strizzatina d’occhio.
Improvvisamente un’idea si fece strada nella mente di Dustin, deglutì e si voltò verso la bella ragazza che continuava ad attirare il suo sguardo: “Perdonami, – le si rivolse in un idioma damas stentato, ma sfoggiando il suo sorriso più affascinante – mentre aspettiamo … sapresti spiegarmi come funzionano queste fontanelle dall’acqua infinita?”
Lei sollevò gli occhi sull’Umano e con un gran sorriso gli rispose: “Ma Certo che posso.”
L’attesa poteva anche diventare dolce …

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Redemption The Third Era – ‘Animaletti’ della Terza Era – Parte II

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Qui di seguito trovate altri tre esempi di simpatici ‘animaletti’ che popolano il mondo della Terza Era.

TAMIARA – Scoiattolo Azzurro

Scoiattolo Azzurro

Scoiattolo Azzurro

Gli Scoiattoli Azzurri sono da sempre gli abitanti naturali delle immense foreste di Khun in cui vivono i Tamiara. Il popolo amante della natura ha fatto di questi morbidi roditori, liberi ed indipendenti, il loro simbolo e guida. Le tute alari del popolo arboreo prendono spunto da questi animaletti e simulano la membrana di congiunzione che unisce zampe anteriori e zampe posteriori tanto utile al volo. L’aspetto dello Scoiattolo Azzurro è simile a quello dei comuni scoiattoli volanti, ma di dimensioni leggermente più grandi. L’appellativo ‘azzurro’ deriva dalla striatura dorsale del pelo che assume i toni del blu, passando da un colore più chiaro ad uno più scuro man mano che l’animaletto avanza con gli anni.

DAMAS – Geco delle Grotte

Geco delle Grotte

Geco delle Grotte

Le caverne ed i tunnel sotterranei delle città Damas sono popolati da un gran numero di questi simpatici animaletti. Ne esistono diverse specie, ma le più comuni sono quelle a sei zampe o a due code. La colorazione della pelle ricorda quella della pietra che compone i cunicoli e permette a questi piccoli rettili di mimetizzarsi in caso ci fossero nemici nelle vicinanze. Per i Damas sono considerati dei veri e propri ‘amici’ da coccolare e accudire. Sono carnivori e non è inusuale che in un attimo di rabbia possano addentare anche il proprio padrone, per questo, ogni Damas li rispetta e li tratta con estremo riguardo.

VAMPIRI – Lupo Ghiacciato

Lupo Ghiacciato

Lupo Ghiacciato

Le città dei Vampiri sono tutte dislocate lungo la fascia di semi oscurità che annuncia l’approssimarsi delle Terre di Ghiaccio. La Foresta Ghiacciata è un lungo lembo di terra coperta da alberi congelati ed infestata, fra le altre bestie, da grossi lupi bianchi, i Lupi Ghiacciati. Prendono il loro nome dal pelo bianco che è spesso ricoperto di brina e gli conferisce un aspetto spettrale e ‘gelato’. Gli occhi sono rossi e riescono a catturare ogni minimo baluginio di luce illuminandosi di riflessi fiammeggianti. Non si possono considerare animali da ‘compagnia’, ma la vicinanza geografica con i Vampiri fa si che alcune di queste creature circolino spesso per le città in cerca di cibo o altro e, se avvicinate con la dovuta prudenza, possono anche mostrarsi docili e addomesticabili. I casi di Vampiri che hanno come compagno di viaggio un Lupo Ghiacciato sono rari, mentre le storie su persone morte per l’aggressione di uno di questi esemplari sono all’ordine del giorno.

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Redemption The Third Era – ‘Animaletti’ della Terza Era – Parte I

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Anche il mondo di Redemption The Third Era è popolato da vari tipi di fauna, alcuni feroci, altri più docili e che, con il passare del tempo, hanno imparato a coabitare con i nuovi popoli diventandone spesso parte integrante. Un esempio calzante in questo ambito è fornito dai Kepak, per il popolo dei Graunt, o dagli Scoiattoli Azzurri per quello dei Tamiara, ma ci sono anche esempi che più che di integrazione fra animali e popolazione ci mostrano una sorta di ‘reciproca tolleranza’ come nel caso dei Lupi Ghiacciati con i Vampiri.

La fauna come la popolazione è stata soggetta agli stravolgimenti dovuti alla Catastrofe avvenuta secoli prima che ha portato mutazioni, più o meno evidenti, sia dal punto di vista fisico, sia da quello comportamentale.

Qui di seguito troverete alcuni esempi con una piccola descrizione degli animali della Terza Era che popolano le città e gli spazi sterminati del Nuovo Mondo e dei loro rapporti con le etnie che gli sono più vicine.

GRAUNT – Kepak

Kepak

Kepak

I Kepak vengono considerati dai Graunt come veri e propri membri delle tribù all’interno delle quali forniscono assistenza in tutti gli ambiti. A seconda della razza a cui appartengono vengono impiegati come animali da soma o da corsa, per il lavoro ed in battaglia. La loro carne viene mangiata, il loro pelo usato per coperte e vestiario, le scaglie diventano parti di armi o ornamenti, la pelle conciata e le ossa lavorate per ricavarne ottimi utensili o affilatissimi coltelli color sabbia. Il loro corpo è ricoperto da folto pelo che si accorcia lungo le gambe e le orecchie ricordano quelle del comune asino. Sulla sommità della testa hanno un ‘triangolo’ di lisce scaglie che fungono da protezione, le scaglie ricoprono anche la parte frontale del petto, le spalle e la zona alta delle cosce ed il loro colore varia dal bianco al nero in concomitanza con la colorazione del vello. In battaglia sono molto temibili per la loro incredibile forza, resistenza e velocità.

SALK – Gatto delle Dune

Gatto del Deserto

Gatto delle Dune

Il Gatto delle Dune, tanto caro alla popolazione Salk, è la mutazione del più comune Serval, ma con una struttura fisica più compatta e meno slanciata. Anche le dimensioni sono ridotte rispetto al progenitore, ma risultano maggiorate rispetto al gatto domestico. Il manto, dello stesso colore della sabbia, presenta delle chiazze scure che possono assumere la forma di zebrature lungo la coda e le zampe, mentre danno al resto del pelo un aspetto maculato. Le orecchie sono molto grandi ed allungate e le zampe sono molto tozze e possenti rispetto al corpo. Del gatto comune conserva l’atteggiamento indipendente e l’eleganza intrinseca che tanto piace ai Salk, questo li spinge a circondarsi di questi felini e a condividere con loro anche le abitazioni.

UMANI – Cane

Cane

Cane

La Catastrofe, gli anni di stabilizzazione e le tribolazioni dell’umanità non hanno potuto cambiare il profondo legame di amicizia che da sempre lega uomo e cane, ciò è rimasto invariato anche nella Terza Era del mondo. Le razze di cani sono diventate così varie che nessuno si è più preso la briga di catalogarle, riferendosi a tutti i membri di questa specie semplicemente con il nome di ‘Cane’. Alcune di queste razze hanno pesantemente risentito degli sconvolgimenti dovuti alla Catastrofe subendo mutazioni che, nei casi più gravi, hanno intaccato gli aspetti comportamentali rendendoli aggressivi e pericolosi. Nei casi in cui le mutazioni hanno agito unicamente sul lato fisico, il rapporto di amicizia fra uomo e cane non è variato e rimangono i migliori amici che un avventuriero possa sperare di avere accanto a se per un viaggio o per la vita di tutti i giorni.

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Redemption The Third Era – Atmosfere della Terza Era – Il Diario (Parte III)

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[…]

Stesso giorno, qualche tacca di clessidra dopo.
Caro Diario,
sono ancora in giro per queste fottutissime caverne. A ben vedere dovrei ritenermi fortunato ad essere ancora vivo. Credo siano passate tre o quattro ore da quando ho scritto l’ultima volta, non riesco a tenere bene il conto del tempo qui sotto, ma ho fame e, vista la situazione, direi che siamo ben oltre l’ora del tardo pasto. Ho ancora due razioni complete con me e comunque spero di gustare il prossimo rancio seduto in una comoda taverna a Chasm City, adoro la cucina Damas…
Quello che non mi farebbe scomodo sarebbe un bel termos pieno fino all’orlo di karkadè alcolico fresco, ma me ne basterebbe anche uno con dell’acqua visto che la mia sta scarseggiando.
La lama della mia spada non è più elettrificata da un bel po’ e nonostante Kimbar abbia sprecato energia per renderla più potente, sono contento di non aver avuto la possibilità di usarla … che pensiero umiliante per un allievo Combattente …
Non ho trovato nessuno degli altri, non ho sentito nessun loro richiamo o grido, anche questa dovrebbe essere una buona notizia visto che presumibilmente potrebbero aver raggiunto un’uscita o essere ancora in giro, non aver trovato corpi è già una piccola vittoria. Non ho incontrato altre bestie, ma le sento muoversi nei tunnel intorno a me. Ad ogni più leggero graffio sulla pietra o lieve fruscio cambio direzione e mi allontano dal rumore. Non dovrei dirlo, ma … ho paura …
Se non uscirò da qui al più presto impazzirò…

Stesso giorno, qualche tacca di clessidra dopo.
Caro Diario,
comincio a perdermi d’animo. Ho incontrato uno Xintar che non sono riuscito ad identificare. Era più piccolo degli altri, ma non sembrava un cucciolo … era una specie di scorpione verde con la stazza di un grosso cane, non so come abbia fatto ad ucciderlo senza venire punto dal pungiglione, ma ancora non riesco a smettere di tremare e nonostante tutto comincio ad avere sonno …
Mi sono appena iniettato uno dei sieri della valigetta che mi aveva regalato lo zio Mins per l’esame da Cadetto, pare serva ad allontanare il sonno e la stanchezza, spero proprio funzioni perché non ho alcuna intenzione di addormentarmi in un posto simile! Queste gallerie sembrano infinite e tutte identiche. Ho una bruttissima sensazione… Dopo aver constatato che la leggenda secondo cui se in un labirinto si gira sempre a sinistra prima o poi si trova l’uscita è falsa, ho cominciato a lasciare dei segni del mio passaggio in giro, in modo da potermi orientare e non tornare sui miei passi, ma anche questa si è rivelata una pessima idea visto il risultato terrificante …
Ad un certo punto ho creduto di essermi perso, così sono tornato al bivio precedente ed i miei segnali erano spariti. Ho pensato di essermi sbagliato, forse a quell’incrocio non avevo lasciato alcun segno, ho riconosciuto uno dei tunnel come l’ultimo che avevo preso, così ho proceduto in senso inverso per arrivare al penultimo bivio, ma anche lì le mie tracce erano scomparse! Ho sempre saputo che gli Xintar sono creature estremamente intelligenti, ma possibile che cancellino le tracce lasciate da una ‘preda’ per confonderla?
‘Preda’ … sono entrato qua sotto convinto di poter diventare un giovane Cacciatore e adesso mi sento una preda …
Devo rimettermi in marcia.

Stesso giorno … o forse no.
Caro Diario,
non ho idea di che ore siano. Il mio termos è vuoto.
Anche il piccolo taccuino su cui sto scrivendo sta per finire ed ho già rifatto la punta alla matita diverse volte. Mi viene da ridere …
Mi sono fermato per riposare qualche minuto, ma devo muovermi. Il siero pare stia funzionando o sarei già stramazzato da qualche parte. Sento i loro rumori ovunque, sempre più vicini … grosse zampe artigliate che stridono sulla pavimentazione dei tunnel, richiami gutturali che zigzagano fra le gallerie. E’ da un po’ che li sento, come se mi seguissero. Una volta o due mi sono fermato dietro ad una parete per controllare se qualcuno mi stesse ‘volutamente’ pedinando, ma non ho udito né visto nulla, quando sono ripartito i rumori sono ricominciati … più vicini. Perché non mi attaccano e la fanno finita?
Ho dovuto accendere l’ultimo dei bastoncini luminescenti che ci ha consegnato Alìa (sembra passato un secolo da quando l’ha fatto), spero solo di uscire al più presto da qui perché non voglio rimanere al buio.

1135-10-31-NE (o almeno credo…)
Caro Diario,
sono riuscito a vedere i miei inseguitori, o almeno alcuni di essi.
Mi sono fermato per sbocconcellare una razione e quando stavo per rimettermi in marcia ho sentito dei rumori arrivare da una delle gallerie dietro di me. Mi sono voltato e con la coda dell’occhio ho visto un Rixeen. Era chiaramente un cucciolo. ‘Affrontabile’ mi sono detto. Mi sono acquattato il più possibile contro la parete ed ho aspettato. Ho visto qualcosa muoversi. Ho aguzzato la vista convinto di vedere il piccolo avvicinarsi, ma la creatura che si agitava al limitare della zona di luce non era la stessa. Alta quasi un metro e settanta, lunghe braccia e gambe, testa irta di corna e creste dentellate, il corpo massiccio coperto di scaglie azzurre, era un altro Rixeen, ma molto, molto più grosso. Ha fatto uno strano verso gutturale e qualcosa di più piccolo si è mosso ai suoi piedi e si è infilato dietro la parete, come per nascondersi. Ha lanciato un altro basso richiamo, appena udibile, e qualcos’altro si è spostato per mettersi alle sue spalle. Sono scappato ed ho corso fino a che non ho avuto la certezza che il mio cuore stesse esplodendo. Non mi hanno seguito, non subito, ma adesso sono nuovamente vicini.
Forse la paura e la sete mi stanno facendo impazzire, ma sono certo che si tratti di una mamma coi proprio cuccioli e la convinzione più spaventosa è che li stia addestrando!
Sono io il loro bottino, sono io il giocattolo per far allenare i piccoli alla caccia! Ecco perché ancora non si sono lanciati all’attacco, stanno imparando come si bracca il cibo.
Non uscirò mai da qui! Non rivedrò mai più il sole, ma più il deserto, mai più niente, solo il buio e le pareti umide di questo posto di merda!
Mi vergogno, ma ho pensato di tagliarmi la gola … una fine indegna per un Cadetto della famigerata Accademia dei Combattenti di Suntears, ma …
L’unico pensiero che mi trattiene è che c’è ancora una speranza e soprattutto non voglio che qualcuno trovi il mio cadavere qua dentro e capisca che sono morto senza combattere e sgozzato dalla mia stessa arma.
E’ meglio che mi rimetta in marcia, quando cammino non penso …

Stesso giorno, qualche tacca di clessidra dopo.
Caro Diario,
sono allo stremo. L’unica cosa che mi tiene sveglio è la sete.
Uno dei cuccioli si è fatto avanti. L’ho ricacciato indietro con una falciata di spada. Non l’ho nemmeno sfiorato, ma lui è scappato in un tunnel. Mi ha guardato dritto negli occhi con un’intelligenza da far gelare il sangue e in quegli occhi rossi ho scorto anche qualcosa di molto più pericoloso dell’intelligenza, il divertimento…
Ho sentito i versi della madre intorno a noi, non so da dove provenissero ed ho sentito anche quelli dell’altro piccolo … mi stanno accerchiando?
Devo muovermi, non posso rimanere fermo troppo a lungo nello stesso posto.

Stesso giorno, qualche tacca di clessidra dopo.
Caro Diario,
non so quanto ancora andrà avanti questa farsa, ma l’epilogo non è lontano. Zoppico e perdo sangue.
Avevo ragione, la madre sta insegnando ai due cuccioli a cacciare insieme e ad accerchiare la preda per rendere il combattimento più veloce. Dietro ad un costone mi sono sbucati alle spalle e mi hanno attaccato. Quello che fino ad ora avevo visto solo di sfuggita è leggermente più piccolo dell’altro … consolante.
Hanno cercato di afferrarmi, ma sono scattato di lato e non so chi dei due è riuscito ad artigliarmi una gamba aprendoci tre profondi graffi. Continuo a muovermi da un posto all’altro senza più cercare l’uscita, sto solo scappando.

Stesso giorno …
Caro Diario,
ho trovato un sottilissimo ruscello, ho cominciato a sentirne il rumore e l’ho seguito per dissetarmi. Ho fasciato la gamba con le bende del kit d’emergenza e l’emorragia pare si sia fermata, ma brucia in modo insostenibile, ci vorrebbe proprio che Trag, o un qualsiasi altro metabolista, passasse di qua. Ho pensato di seguire il corso del fiumiciattolo, potrebbe portarmi verso una specie di uscita, magari il corso d’acqua sfocia in un laghetto o comunque all’aperto. L’acqua fresca mi ha rinvigorito un poco e penso di potermi muovere con un minimo di velocità in più.
E’ da qualche minuto che non sento più i rumori dei mie inseguitori, forse si sono stancati o forse ho raggiunto le gallerie più esterne dove non si avventurano mai, potrebbe significare che uno di questi tunnel porta all’uscita. Il bastoncino luminoso si sta esaurendo, ma spero di poter presto arriv…

 [Da un piccolo diario ritrovato all’interno di una Caverna Xintar al limitare dei confini delle terre Damas. Le poche pagine seguenti sono vuote, stropicciate, ingiallite e macchiate di sangue.]

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Redemption The Third Era – Atmosfere della Terza Era – Il Diario (Parte II)

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[…]

Stavamo avanzando lungo un tunnel, Alìa si è fermata più volte per studiare delle tracce a terra e lungo le pareti. Ha detto che c’era qualcosa che non andava. Ernam le si è avvicinato ed hanno parlottato per un po’. Kimbar li ha raggiunti, non so cosa si siano detti, ma dopo qualche minuto la marcia è ripresa sempre con in testa la Damas. Ad un certo punto ci ha fatto segno di fermarci, è scomparsa dietro una curva a gomito, abbiamo sentito un urlo di avvertimento agghiacciante e dopo un secondo è riapparsa di corsa, con la faccia in fiamme e gli occhi dilatati: “Nido!!” ha gridato venendoci incontro. Il silenzio oltre la svolta è esploso in urla stridenti e grugniti laceranti. Ho visto Ernam sfoderare lo spadone vetrificato e piantare le gambe a terra in posizione di difesa. Dietro di me ho avvertito un’ondata di ‘tensione’ che mi ha sfiorato e fatto rizzare i capelli sulla nuca, gli psionici si stavano preparando. Alìa ha oltrepassato Ernam e si è messa davanti a me. Ha estratto la piccola ascia dalla lama seghettata che portava alla cintura e la pistola a vapore che si è attivata con un sibilo ed uno sbuffo di vapore bollente. Poi, le porte dell’Abisso si sono spalancate davanti a noi…

Ernam si è avventato sul primo mostro che è apparso nel tunnel, gli ha reciso un arto superiore con un fendente poderoso e subito un’altra creatura è arrivata dalla stessa direzione. Una scarica di luce verde è arrivata da dietro le mie spalle ed ha colpito la seconda bestia fondendole parte della spalla e del petto, inondando la caverna di puzza di carne bruciata e urla lancinanti. Helena la corruttrice era entrata in azione. Sono apparsi altri Xintar, non sono nemmeno riuscito a capire di che tipo fossero, so solo che erano spaventosi. Kimbar ha urlato qualcosa e subito dopo uno scudo di energia iridescente è apparso all’altezza della svolta del corridoio. Alcune delle bestie sono riuscite a passare prima che lo scudo fosse completo, ma quelle che le seguivano vi si sono infrante contro e scosse da brividi si sono allontanate di qualche passo in attesa mentre alle loro spalle ne sopraggiungevano altre. Sembravano sapere che lo scudo prima o poi avrebbe ceduto lasciando loro libero il passo … come è possibile? Sempre in quel momento ho sentito un urlo strozzato di Kimbar, mi sono voltato e ho visto il Tamiara volare contro una parete irta di rocce sconnesse per poi piombare a terra semisvenuto. Dalle spalle dello Xintar che lo aveva colpito è sbucato il lungo pugnale con la lama in ossidiana della Vampira che lo ha sgozzato inondando di sangue verdastro me e tutti quelli che aveva intorno, creature comprese. Alìa ha sparato atterrando uno dei Rixeen che ci era piombato addosso. Il botto improvviso prodotto dalla sua arma ha fatto sobbalzare sia noi che gli Xintar. Trag è scivolato alle spalle di un esemplare per me sconosciuto e lo ha afferrato con le mani nude all’altezza delle spalle, la bestia ha emesso uno strillo da incrinare i timpani e gli si è avventata azzannandogli un braccio, poi si è accasciata al suolo con l’impronta delle mani del metabolista Graunt impressa sulla pelle e formata da tante piccole pustole grondanti sangue e liquido giallognolo. Io ho estratto la mia spada, scintillante e fresca di vetrificazione e … sono rimasto immobile. Ho sentito la mano di qualcuno che mi afferrava per il cappuccio del mantello e mi strattonava all’indietro. “Sta indietro Salk! – mi ha gridato Helena – Mi intralci la visuale!”
La Vampira non aveva più niente di bello nel volto. I suoi lineamenti erano completamente cambiati, la parte inferiore del volto era pronunciata in avanti come quella di una tigre o qualcosa del genere e i denti … i denti erano tutti in vista acuminati e affilati. Nell’immediato mi sono scostato da lei come fosse una bestia più pericolosa di quelle che ci stavano attaccando. Potrei sbagliarmi, ma quando se ne è accorta mi è sembrata divertita dal mio sgomento. Ha sollevato le mani davanti a se ed ha gridato come in preda ad un enorme sforzo. Dalle sue dita è partita una sventagliata di crogiolanti saette gialle che hanno oltrepassato lo scudo di Kimbar e colpito tre mostri gettandoli a terra. Un filo di fumo si è sollevato dal loro petto.
Dalla svolta del corridoio stavano arrivando altre creature e quelle ferite intorno a noi si stavano riprendendo pronte per lanciare un nuovo assalto.
“Retrocedere! – ha urlato Trag – Retrocedere!”
Abbiamo cominciato ad indietreggiare. Un esemplare di quelli piccoli, forse un cucciolo, è strisciato velocemente lungo la parete rocciosa per colpirci di lato, l’ho visto e senza riflettere l’ho trafitto con un colpo di spada in mezzo alle costole. Ha cercato di artigliarmi la mano e quando ho ritirato la lama si è accasciato a terra digrignando i denti e fissandomi con odio, ma ancora vivo. Ernam lo ha decapitato con un fendente e mi ha spinto verso il fondo della fila. Se Kimbar non mi avesse afferrato al volo sarei caduto. Devo ammettere che i Tamiara hanno un’ottima ripresa quando vengono storditi in combattimento. “Dobbiamo andarcene! – ha gridato per farsi sentire sopra al caos – Alìa, portaci fuori di qui!”
La Damas ha raggiunto me e Kimbar in fondo alla fila continuando a sparare alle creature che ci stavano accerchiando: “Quanto ancora reggerà quello scudo?” ha chiesto allo psicocineta.
Lui mi ha guardato, ha stretto i denti e poi si è rivolto alla scout: “Troppo poco.”
La ragazza ha gridato agli altri di seguirla stringendo i ranghi e, cercando di pararci dagli attacchi di quelle creature, siamo tornati sui nostri passi. Abbiamo raggiunto una sala da cui si diramavano diversi tunnel e proprio da uno di questi è sbucato un gruppetto di circa una mezza dozzina di creature fra cui uno Skegar, uno degli Xintar più pericolosi. Le scaglie violacee che ricoprivano il suo corpo erano qualcosa di meraviglioso e la cresta di corna dello stesso colore sulla testa ed attorno alle spalle sfiorava quasi il soffitto. Qualcosa dentro di me si è incrinato e anche dentro agli altri a giudicare dalle reazioni.
“Oh no …” ho sentito sussurrare Kimbar. Ha allungato una mano e ha afferrato la lama della mia spada. Una scarica elettrica azzurra ha percorso l’arma ed un formicolio mi ha attraversato la mano risalendo lungo il braccio. La spada è rimasta sfrigolante di energia. Si è scostato ed ha preso a frugarsi nelle tasche in modo convulso.
“Kimbar, ci hanno fregati! – Ernam ci ha raggiunti quasi senza fiato e dandoci le spalle ha allontanato un Rixeen con un affondo dello spadone – Arrivano dal tunnel che porta all’uscita più vicina, Alìa deve trovare un’altra via, porta fuori il ragazzo!”
“Non trovo il mio cristallo di awrmis! – gli ha gridato in risposta il Tamiara continuando a frugarsi nelle tasche – Deve essermi caduto quando mi hanno scaraventato contro la parete!”
“Ne hai un sacchetto intero, usali!”
“Non è così che funziona Ernam, ho bisogno di quello grande per aprire un portale e non lo trovo!”
I due sono rimasti a fissarsi per un secondo del tutto sgomenti. Trag è atterrato di schiena in mezzo a noi con una ferita aperta sul petto. D’istinto mi sono chinato per soccorrerlo, ma mi ha ordinato di stare indietro mentre con la mano libera dall’enorme lancia si è coperto la ferita, ha chiuso gli occhi e le sue palpebre hanno cominciato a tremare. Un bagliore bianco si è sprigionato dalle dita inondando lo squarcio sul petto e bloccando immediatamente la perdita di sangue. Ernam lo ha aiutato ad alzarsi quando questi gli ha porto la mano.
“Devi fare di più Trag, – gli ha detto il berserk – non basta bloccare il sangue, devi chiudere la ferita!”
“Ti sembra il momento Salk?!” senza aggiungere altro il Graunt ha afferrato la lancia e ne ha affondato la punta di awrmis scintillante nel ventre di un altro Xintar lanciato all’attacco.
Da uno dei diversi tunnel convergenti nella sala abbiamo sentito arrivare il rumore di unghie poderose che grattavano sulla pietra ed i versi sgraziati di altre creature in avvicinamento. Il volto di Alìa si è sbiancato raggiungendo quasi il pallore diafano di quello della vampira: “Vengono tutti a proteggere il nido! – ha gridato con la voce incrinata dal panico – Dobbiamo sparpagliarci e trovare un altro ingresso!!”
In quel momento il nuovo nugolo di bestie è irrotto nella sala. Ernam ha lanciato l’urlo più spaventoso che io abbia mai sentito in tutta la mia vita. Per un attimo tutte le creature si sono bloccate come congelate e per un secondo è calato il silenzio assoluto. Poi Ernam ha cacciato un altro grido: “Viaaaaaaaaaaaaaaa!!!”
Ci siamo lanciati in ogni direzione libera come impazziti.

Sono passate alcune ore e degli altri non ho più avuto notizie. Non so per quanto quelle creature mi abbiano inseguito, non avrei mai pensato di poter correre così a lungo. Sono stato costretto a fermarmi per riprendere fiato e rilassare i muscoli, ma devo rimettermi in cerca di un’uscita, ho riposato abbastanza.

[Continua…]

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