In Coda …
Evidentemente era l’ora sbagliata per fermarsi a riempire la borraccia ed il termos ad una delle Sale dell’Acqua di Chasm City, ma si era alzato tardi, doveva partire e gli servivano scorte per il viaggio.
Nonostante le fontanelle fossero una dozzina c’era una bella fila di gente a quell’ora e Dustin era in coda da un po’, unico Umano in mezzo ai Damas.
Spostava lo sguardo qua e là soffermandolo adesso sul tizio dall’aria annoiata che giocherellava con il geco arrampicato alla sua spalla, adesso su un capannello di ragazzini che scherzavano chiassosamente poco più in là, adesso sulla splendida Damas che era in attesa con una tanica nella corsia accanto alla sua …
La ragazza alzò gli occhi e per l’ennesima volta lo sorprese a fissarla. Dustin distolse precipitosamente lo sguardo: ‘Dannazione! – imprecò fra se – Smettila di fissarla, coglione!‘
Lei sorrise, ma lui non se ne accorse.
Disseminate per la capitale Damas c’erano svariate Sale dell’Acqua come quella, o Grotte dell’Acqua come venivano chiamate dagli abitanti del posto, ovvero caverne allestite con erogatori che distribuivano acqua potabile per tutta la popolazione. Le Sale dell’Acqua erano comuni nelle città di tutte le etnie e Dustin, lungo i suoi pellegrinaggi, ne aveva visitate parecchie. Era abituato alle imponenti cisterne che spuntano qua e là nelle città umane per raccogliere acqua piovana da purificare e ridistribuire tramite rubinetti collegati alla cisterna stessa. Le Sale dell’Acqua salk erano fra i luoghi più freschi delle città del deserto, edificate appositamente sotto il livello delle strade per trovarsi perennemente all’ombra e arredate con divani infarciti di morbidi e luccicanti cuscini, tanto da venire usate come veri e propri luoghi di incontro. I Graunt, essendo nomadi, erano gli unici ad avere Sale portatili, grosse cisterne montate su ruote per raccogliere pioggia, purificarla e attingerla poi da vasche di osso levigato. Le Sale tamiara, costruite ai livelli più bassi delle città, quelli più vicini al Sottoforesta, erano formate da tre o quattro pozzi, ognuno munito di tettoia e panchine in legno, che prendevano l’acqua dai ruscelli della foresta e la portavano ai piani superiori tramite un sistema di secchi e carrucole. Le uniche Sale dell’Acqua che non aveva mai visitato erano quelle dei vampiri e non ci teneva a farlo.
Fra i vari sistemi di distribuzione dell’acqua potabile, quello che lo affascinava maggiormente era proprio quello Damas. Lungo la parete semicircolare della caverna, spuntano una fila di fontanelle che erogavano ininterrottamente acqua, senza ausilio di rubinetti od altro. L’acqua inutilizzata spariva all’interno delle grate poste lungo le vasche di raccolta. In una visita precedente aveva chiesto spiegazioni ad un Ingegnere Damas che era in coda con lui e questi si era dimostrato molto contento di potergli spiegare, nei minimi dettagli, il mistero dell’acqua infinita. Dustin aveva compreso si e no la metà dei termini tecnici usati dall’Ingegnere, ma almeno si era fatto un’idea sulla dinamica del fenomeno. Attraverso pompe idrauliche, l’acqua viene risucchiata da uno dei tanti laghi sotterranei della Spaccatura. Fatta passare all’interno di grossi tubi in metallo, raggiunge una ‘fornace’ all’interno della quale viene filtrata dalle pochissime impurità, poi incanalata in un sistema di spirali di raffreddamento e da qui spinta verso le fontane. Quella che non viene utilizzata, dalla grata scende fino ad un bacino di raccolta sotterraneo e da qui indirizzata al laboratorio o all’officina più vicina per essere impiegata per altri processi di lavorazione.
“Ragazzo mio, non hai idea di quante cose si possano fare con un po’ di vapore!” aveva concluso l’Ingegnere con una strizzatina d’occhio.
Improvvisamente un’idea si fece strada nella mente di Dustin, deglutì e si voltò verso la bella ragazza che continuava ad attirare il suo sguardo: “Perdonami, – le si rivolse in un idioma damas stentato, ma sfoggiando il suo sorriso più affascinante – mentre aspettiamo … sapresti spiegarmi come funzionano queste fontanelle dall’acqua infinita?”
Lei sollevò gli occhi sull’Umano e con un gran sorriso gli rispose: “Ma Certo che posso.”
L’attesa poteva anche diventare dolce …