Redemption The Third Era – Atmosfere della Terza Era – Il Diario (Parte II)

Facebooktwitter

[…]

Stavamo avanzando lungo un tunnel, Alìa si è fermata più volte per studiare delle tracce a terra e lungo le pareti. Ha detto che c’era qualcosa che non andava. Ernam le si è avvicinato ed hanno parlottato per un po’. Kimbar li ha raggiunti, non so cosa si siano detti, ma dopo qualche minuto la marcia è ripresa sempre con in testa la Damas. Ad un certo punto ci ha fatto segno di fermarci, è scomparsa dietro una curva a gomito, abbiamo sentito un urlo di avvertimento agghiacciante e dopo un secondo è riapparsa di corsa, con la faccia in fiamme e gli occhi dilatati: “Nido!!” ha gridato venendoci incontro. Il silenzio oltre la svolta è esploso in urla stridenti e grugniti laceranti. Ho visto Ernam sfoderare lo spadone vetrificato e piantare le gambe a terra in posizione di difesa. Dietro di me ho avvertito un’ondata di ‘tensione’ che mi ha sfiorato e fatto rizzare i capelli sulla nuca, gli psionici si stavano preparando. Alìa ha oltrepassato Ernam e si è messa davanti a me. Ha estratto la piccola ascia dalla lama seghettata che portava alla cintura e la pistola a vapore che si è attivata con un sibilo ed uno sbuffo di vapore bollente. Poi, le porte dell’Abisso si sono spalancate davanti a noi…

Ernam si è avventato sul primo mostro che è apparso nel tunnel, gli ha reciso un arto superiore con un fendente poderoso e subito un’altra creatura è arrivata dalla stessa direzione. Una scarica di luce verde è arrivata da dietro le mie spalle ed ha colpito la seconda bestia fondendole parte della spalla e del petto, inondando la caverna di puzza di carne bruciata e urla lancinanti. Helena la corruttrice era entrata in azione. Sono apparsi altri Xintar, non sono nemmeno riuscito a capire di che tipo fossero, so solo che erano spaventosi. Kimbar ha urlato qualcosa e subito dopo uno scudo di energia iridescente è apparso all’altezza della svolta del corridoio. Alcune delle bestie sono riuscite a passare prima che lo scudo fosse completo, ma quelle che le seguivano vi si sono infrante contro e scosse da brividi si sono allontanate di qualche passo in attesa mentre alle loro spalle ne sopraggiungevano altre. Sembravano sapere che lo scudo prima o poi avrebbe ceduto lasciando loro libero il passo … come è possibile? Sempre in quel momento ho sentito un urlo strozzato di Kimbar, mi sono voltato e ho visto il Tamiara volare contro una parete irta di rocce sconnesse per poi piombare a terra semisvenuto. Dalle spalle dello Xintar che lo aveva colpito è sbucato il lungo pugnale con la lama in ossidiana della Vampira che lo ha sgozzato inondando di sangue verdastro me e tutti quelli che aveva intorno, creature comprese. Alìa ha sparato atterrando uno dei Rixeen che ci era piombato addosso. Il botto improvviso prodotto dalla sua arma ha fatto sobbalzare sia noi che gli Xintar. Trag è scivolato alle spalle di un esemplare per me sconosciuto e lo ha afferrato con le mani nude all’altezza delle spalle, la bestia ha emesso uno strillo da incrinare i timpani e gli si è avventata azzannandogli un braccio, poi si è accasciata al suolo con l’impronta delle mani del metabolista Graunt impressa sulla pelle e formata da tante piccole pustole grondanti sangue e liquido giallognolo. Io ho estratto la mia spada, scintillante e fresca di vetrificazione e … sono rimasto immobile. Ho sentito la mano di qualcuno che mi afferrava per il cappuccio del mantello e mi strattonava all’indietro. “Sta indietro Salk! – mi ha gridato Helena – Mi intralci la visuale!”
La Vampira non aveva più niente di bello nel volto. I suoi lineamenti erano completamente cambiati, la parte inferiore del volto era pronunciata in avanti come quella di una tigre o qualcosa del genere e i denti … i denti erano tutti in vista acuminati e affilati. Nell’immediato mi sono scostato da lei come fosse una bestia più pericolosa di quelle che ci stavano attaccando. Potrei sbagliarmi, ma quando se ne è accorta mi è sembrata divertita dal mio sgomento. Ha sollevato le mani davanti a se ed ha gridato come in preda ad un enorme sforzo. Dalle sue dita è partita una sventagliata di crogiolanti saette gialle che hanno oltrepassato lo scudo di Kimbar e colpito tre mostri gettandoli a terra. Un filo di fumo si è sollevato dal loro petto.
Dalla svolta del corridoio stavano arrivando altre creature e quelle ferite intorno a noi si stavano riprendendo pronte per lanciare un nuovo assalto.
“Retrocedere! – ha urlato Trag – Retrocedere!”
Abbiamo cominciato ad indietreggiare. Un esemplare di quelli piccoli, forse un cucciolo, è strisciato velocemente lungo la parete rocciosa per colpirci di lato, l’ho visto e senza riflettere l’ho trafitto con un colpo di spada in mezzo alle costole. Ha cercato di artigliarmi la mano e quando ho ritirato la lama si è accasciato a terra digrignando i denti e fissandomi con odio, ma ancora vivo. Ernam lo ha decapitato con un fendente e mi ha spinto verso il fondo della fila. Se Kimbar non mi avesse afferrato al volo sarei caduto. Devo ammettere che i Tamiara hanno un’ottima ripresa quando vengono storditi in combattimento. “Dobbiamo andarcene! – ha gridato per farsi sentire sopra al caos – Alìa, portaci fuori di qui!”
La Damas ha raggiunto me e Kimbar in fondo alla fila continuando a sparare alle creature che ci stavano accerchiando: “Quanto ancora reggerà quello scudo?” ha chiesto allo psicocineta.
Lui mi ha guardato, ha stretto i denti e poi si è rivolto alla scout: “Troppo poco.”
La ragazza ha gridato agli altri di seguirla stringendo i ranghi e, cercando di pararci dagli attacchi di quelle creature, siamo tornati sui nostri passi. Abbiamo raggiunto una sala da cui si diramavano diversi tunnel e proprio da uno di questi è sbucato un gruppetto di circa una mezza dozzina di creature fra cui uno Skegar, uno degli Xintar più pericolosi. Le scaglie violacee che ricoprivano il suo corpo erano qualcosa di meraviglioso e la cresta di corna dello stesso colore sulla testa ed attorno alle spalle sfiorava quasi il soffitto. Qualcosa dentro di me si è incrinato e anche dentro agli altri a giudicare dalle reazioni.
“Oh no …” ho sentito sussurrare Kimbar. Ha allungato una mano e ha afferrato la lama della mia spada. Una scarica elettrica azzurra ha percorso l’arma ed un formicolio mi ha attraversato la mano risalendo lungo il braccio. La spada è rimasta sfrigolante di energia. Si è scostato ed ha preso a frugarsi nelle tasche in modo convulso.
“Kimbar, ci hanno fregati! – Ernam ci ha raggiunti quasi senza fiato e dandoci le spalle ha allontanato un Rixeen con un affondo dello spadone – Arrivano dal tunnel che porta all’uscita più vicina, Alìa deve trovare un’altra via, porta fuori il ragazzo!”
“Non trovo il mio cristallo di awrmis! – gli ha gridato in risposta il Tamiara continuando a frugarsi nelle tasche – Deve essermi caduto quando mi hanno scaraventato contro la parete!”
“Ne hai un sacchetto intero, usali!”
“Non è così che funziona Ernam, ho bisogno di quello grande per aprire un portale e non lo trovo!”
I due sono rimasti a fissarsi per un secondo del tutto sgomenti. Trag è atterrato di schiena in mezzo a noi con una ferita aperta sul petto. D’istinto mi sono chinato per soccorrerlo, ma mi ha ordinato di stare indietro mentre con la mano libera dall’enorme lancia si è coperto la ferita, ha chiuso gli occhi e le sue palpebre hanno cominciato a tremare. Un bagliore bianco si è sprigionato dalle dita inondando lo squarcio sul petto e bloccando immediatamente la perdita di sangue. Ernam lo ha aiutato ad alzarsi quando questi gli ha porto la mano.
“Devi fare di più Trag, – gli ha detto il berserk – non basta bloccare il sangue, devi chiudere la ferita!”
“Ti sembra il momento Salk?!” senza aggiungere altro il Graunt ha afferrato la lancia e ne ha affondato la punta di awrmis scintillante nel ventre di un altro Xintar lanciato all’attacco.
Da uno dei diversi tunnel convergenti nella sala abbiamo sentito arrivare il rumore di unghie poderose che grattavano sulla pietra ed i versi sgraziati di altre creature in avvicinamento. Il volto di Alìa si è sbiancato raggiungendo quasi il pallore diafano di quello della vampira: “Vengono tutti a proteggere il nido! – ha gridato con la voce incrinata dal panico – Dobbiamo sparpagliarci e trovare un altro ingresso!!”
In quel momento il nuovo nugolo di bestie è irrotto nella sala. Ernam ha lanciato l’urlo più spaventoso che io abbia mai sentito in tutta la mia vita. Per un attimo tutte le creature si sono bloccate come congelate e per un secondo è calato il silenzio assoluto. Poi Ernam ha cacciato un altro grido: “Viaaaaaaaaaaaaaaa!!!”
Ci siamo lanciati in ogni direzione libera come impazziti.

Sono passate alcune ore e degli altri non ho più avuto notizie. Non so per quanto quelle creature mi abbiano inseguito, non avrei mai pensato di poter correre così a lungo. Sono stato costretto a fermarmi per riprendere fiato e rilassare i muscoli, ma devo rimettermi in cerca di un’uscita, ho riposato abbastanza.

[Continua…]

Facebooktwitter

Lascia un commento